Parlano di Ulisse

Carlo.

 

Ulisse Adorni è stato un grande uomo, e per me personalmente
uno dei pochissimi che possa dire di avere scelto coscientemente
come modello di comportamento.  L’ho conosciuto, come tutti quelli
che scriveranno in queste pagine, quando io non ero che un bambino
e lui era un giovane uomo, ma ho continuato a frequentarlo, pur
con alterna assiduità, fino a quando ero io ad essere diventato
un giovane uomo, e lui purtroppo ci ha lasciato.  Sono innumerevoli
le esperienze scolastiche innovative, uniche e meravigliose che mi
vengono in mente pensando a Ulisse, come maestro mio e poi come
maestro delle classi successive dove da liceale andavo a trovarlo
quasi ogni settimana.  In queste poche righe però non voglio ricordare
dei dettagli, bensÏ alcuni tratti della personalità di Ulisse, almeno
per come l’ho percepita io, che me lo faranno portare per sempre nel
cuore e che mi inducono ora, pur a 25 anni dalla sua scomparsa, a
versare qualche lacrima mentre scrivo.

Ulisse aveva un amore profondo e primordiale, di una possente vivacità,
per i bambini e per la conoscenza.  Sono sicuro che tutti i suoi scolari
si sono sentiti amati da lui come mi sono sentito io, e sono stati almeno
un poco gelosi nel vedere l’amore che lui riversava anche sui compagni
di classe.  Ho parlato di un sentimento primordiale, e penso che questo
fosse, che però Ulisse nutriva anche razionalmente, con l’inventiva e
l’energia che possedeva, proponendoci percorsi educativi fantastici e
giornate a scuola (e lontane da scuola) sempre diverse e sempre stimolanti.
Ulisse metteva una passione e un trasporto in quello che faceva che non sono
facili da incontrare, era rigoroso ma anche spiritoso.  E si arrabbiava.
Era un suo tratto per me fondamentale: l’intensità con cui credeva in quello
che faceva, e nelle persone, a volte sfociavano in un’alterazione anche
travolgente, che magari come bimbo per un po’ poteva anche spaventarti,
però aveva sempre un valore costruttivo, non metteva in discussione i
rapporti ma rivelava la concentrazione nel voler superare un problema
o comprendere una situazione.  Ho parlato della conoscenza, e anche
in questo ambito il mio ricordo Ë quello di un uomo che vuol capire a tutti
i costi, sia gli oggetti di studio sia le persone, al punto di arrabbiarsi
quando non ci riusciva.

Avevo deciso di non parlare di episodi, ma invece concludo con uno, perché
le righe precedenti possono far pensare a un uomo solo serio e vigoroso,
mentre Ulisse era anche allegro e amante della compagnia.  Una volta,
a occhio e croce verso la metà del nostro liceo, con Lorenzo e Andrea
siamo stati in un pomeriggio d’estate in una casa di campagna che la
famiglia di Ulisse condivideva con quella di Giorgio.  Abbiamo fatto
tante cose fuori, ma a un certo punto abbiamo cominciato a giocare a carte,
direi a poker, direi fingendo di farlo a soldi.  E noi tre ragazzi
perdevamo e perdevamo…  Dopo un po’ era chiaro a tutti che Ulisse
e Giorgio stavano barando, ma noi non riuscivamo a capire come, e abbiamo
continuato per ore a giocare ridendo, cercando di pizzicarli, bevendo
qualche bicchiere, e scherzando, ma non c’è stato verso: loro hanno
continuato imperterriti a prenderci in giro e a farci perdere.  E’ uno
dei momenti pi˘ allegri che mi ricordi di avere mai vissuto.  Ma solo uno
dei tanti grazie ai quali il mio ricordo di Ulisse è indelebile ed
enorme è l’amore che porto alla sua memoria.

Carlo